Storia del Santuario di Oropa – Basilica Superiore
La Chiesa Nuova Inquadramento Storico e Iconografico
La Basilica Superiore è una costruzione dalle proporzioni monumentali che si trova allo stesso tempo in rapporto di armonia con le alte montagne circostanti.
L’esigenza di costruire una nuova chiesa, considerato l’elevato numero di pellegrini che si recavano in preghiera al Santuario, venne avvertita sin dal XVII secolo, quando si iniziò a discutere del progetto di realizzazione.
Sul finire dell’Ottocento, venne scelto il progetto dell’architetto Ignazio Amedeo Galletti (1726-1791), elaborato un secolo prima, e, proseguendo lo sviluppo del Santuario verso Nord, venne deviato il torrente Oropa per disporre dello spazio necessario.
Posata la prima pietra nel 1885, i lavori proseguirono con molta difficoltà attraverso le due guerre mondiali, coinvolgendo numerosi e qualificati consulenti tecnici.
La cupola, che si eleva per oltre 80 m dal pavimento, fa da corona all’imponente monumento, che venne consacrato nel 1960.
La Basilica possiede un impianto centrale dotato di due rotonde: la più ampia è la prima che il visitatore incontra entrando; la più piccola è sul lato opposto rispetto all’ingresso ed è occupata dall’altare. La maggiore ha una struttura ottagonale, costituita da otto pilastri centrali su cui si innesta la cupola superiore. Da essi partono poi le murature che vanno a costituire altrettante cappelle affacciate sullo spazio centrale.
Proprio su quest’ultimo si trovano le sedute lignee ove i fedeli assistono alle funzioni.
CAPPELLE LATERALI
Progetto del ciclo pittorico mariano generale
La storia delle commissioni per la realizzazione dei dipinti delle cappelle laterali è stata ampiamente descritta da Mons. Delmo Lebole nella sua “Storia della Chiesa Biellese”.
Le cappelle laterali, destinate al ciclo pittorico Mariano, sono dotate di altari con nicchie su cui sono stati dipinti degli affreschi. Ognuna di esse è dedicata a temi differenti: la 1°, quella a sinistra entrando all’interno della chiesa, è dedicata all’origine terrena della Madonna; la 2° all’Immacolato concepimento di Maria, come reca la dicitura della trabeazione “Immaculata conceptio”; la 3° alla “Divina Maternitas” i cui affreschi sono di Giovanni Bevilacqua da Genova; la 4° celebra la verginità e purezza di Maria “Virginitas perpetua”; la 5° la Vergine che con suo figlio Gesù è corredentrice degli uomini; la 6° loda la figura di Maria in quanto mediatrice di grazia per gli uomini “Mater Mediatrix”.
"Ognuno di questi spazi è incorniciato da paraste corinzie sostenenti una trabeazione che corre lungo tutto il perimetro delle cappelle. Su di essa si imposta una volta a botte cassettonata generata da archi a tutto sesto. Lo spazio fra il pavimento e la suddetta trabeazione, è rivestito da marmi, tranne la nicchia e i due quadrati laterali, affrescati con scene diverse a seconda del tema a cui è dedicata.
Lo spazio interno delle singole cappelle è tripartito orizzontalmente e anche verticalmente. Nel primo caso si hanno le paraste con capitello corinzio che, delimitando le cappelle, sostengono la trabeazione più alta dalla quale si innesta l’arco superiore che genera la volta a botte. Centralmente alle cappelle si hanno due colonne marmoree, sempre dotate di capitello corinzio ma di colore bianco, in aggetto, poste su un alto basamento che vanno a sostenere una prima trabeazione. Questa divide le ultime due fasce verticali sulla superficie della parete e su di essa si innesta, anche se solo visivamente, l’arco a tutto sesto della nicchia, non sporgente ma soltanto disegnato sulla superficie. Le colonne continuano visivamente con due sporgenze verticali poste sopra la trabeazione in corrispondenza di queste ultime. Queste vanno a sostenere un cornicione su cui sono presenti delle diciture riguardanti il tema della cappella.
La prima fascia verticale è costituita dal basamento, con un andamento che riprende quello degli elementi superiori. La seconda è divisa in tre, come già visto e reca degli affreschi posti ai lati, su rettangoli; al centro ospita la nicchia che ha un’altezza pari ad entrambe le fasce superiori. L’ultima fascia è divisa dagli elementi sporgenti verticali citati prima e ai lati, in asse con gli affreschi, vi sono bassorilievi rappresentanti Santi che osservano le scene sottostanti. Sopra questo spazio vi è una trabeazione che, seguendo il perimetro, va a poggiarsi sulle lesene agli spigoli delle cappelle.
Su questo si apre l’arco generante la volta a botte entro cui si apre l’infisso che va ad illuminare l’ambiente interno.
Le colonne che sorreggono la lanterna sono in marmo, poste su alti basamenti e dotate di capitello corinzio. Queste sorreggono una trabeazione che corre circolarmente lungo tutto il perimetro e reca l’iscrizione tratta dal Magnificat del Vangelo secondo Luca: “quia respexit humilitatem ancillae suae, ecce enim ex hoc beatam me dicent omnes generationes” ovvero “ha guardato l’umiltà della sua serva, d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata”."
Si sussegue dal 1950, attraverso numerosi artisti coinvolti e bozzetti presentati. Gli ultimi lavori corrispondono alle opere del pittore Caffaro Rore e sono del 1975. Da allora sono rimaste incompiute le prime due cappelle fino all’incarico del 1999 per la presentazione di un progetto per la “Cappella Cerruti”.
Le cappelle laterali della prima rotonda sono dotate di altari con nicchie dedicate ad accogliere il ciclo pittorico mariano. Ognuno di questi spazi è incorniciato da paraste corinzie sostenenti una trabeazione che corre lungo tutto il perimetro delle cappelle. Su di essa si imposta una volta a botte cassettonata generata da archi a tutto sesto. Lo spazio fra il pavimento e la suddetta trabeazione, è rivestito da marmi, tranne la nicchia e i due quadrati laterali.
Cappella - ET DE FAMILIA DAVID
Il tema proposto e indicato dal Canonico Boggio, Rettore del Santuario dal 1940 al 1954, per la decorazione pittorica è il seguente:
Nella pala centrale sarà raffigurata Maria bambina tra i genitori Gioacchino e Anna, in quelle laterali partendo da sinistra; gli Evangelisti che scrissero la genealogia della Vergine, i SS. Gioacchino e Anna in preghiera, la presentazione della Madonna fanciulla al tempio e la sua dimora nel tempio.
L’ORIGINE TERRENA DI MARIA
Temi iconografici da sviluppare, fotografia della Cappella Cerruti dopo il restauro e la riapertura della Chiesa Nuova nel 2020.
“Il tema è l’origine terrena della Madonna enunciato dalla frase evangelica:
“De Familia David”, cioè Essa discende dalla stirpe di Davide.
A - Maria bambina con i genitori Gioacchino e Anna
1 - Gli Evangelisti illustrano la genealogia della Vergine
2 - S.Gioacchino e S.Anna in preghiera
3 - Presentazione al Tempio di Maria
4 - La dimora di Maria nel Tempio